31 Marzo 2025
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Chi siamo

La Cooperativa Majella nasce nel 1988 dall’intuizione di alcuni abitanti di Lama dei Peligni, che riconobbero nella loro terra un’eredità da proteggere e far conoscere. Oggi siamo noi a portare avanti quel legame profondo con la montagna, a percorrere i suoi sentieri per raccontarne la storia, a proteggere la natura e le tradizioni. Custodiamo e diffondiamo il sapere delle scienze naturali, consapevoli che ogni gesto, ogni parola, ogni passo lasciato su questo suolo è parte di qualcosa di più grande: il Parco Nazionale della Maiella, Geoparco UNESCO.

Siamo a Lama dei Peligni, Fara San Martino e Guardiagrele; siamo ovunque il territorio diventa racconto, la montagna si lascia attraversare, la memoria si fa spazio concreto, la natura si fa aula didattica. Qui accogliamo, accompagniamo, costruiamo legami con il territorio attraverso la promozione turistica, l’educazione ambientale, gli eventi, le escursioni, le visite guidate, i progetti culturali e sociali.

Nel Centro di Visita di Lama dei Peligni vive il Museo Naturalistico-Archeologico “M. Locati”. I diorami, le vetrine, le immagini compongono un mosaico di vita, restituendo l’essenza della Maiella Orientale, dalla sua natura selvaggia alla storia millenaria dell’uomo, dalla preistoria al medioevo. Cuore pulsante della sezione naturalistica è il Camoscio appenninico, simbolo di Majella Coop e del paese stesso, custodito nell’Area faunistica dedicata. Alla fine del ’900 rischiava di scomparire, ridotto a pochi esemplari. Oggi popola di nuovo la montagna, grazie a un paziente lavoro di reintroduzione iniziato proprio qui, dove continua a essere osservato in semilibertà. Attorno al museo, il Giardino Botanico “M. Tenore” è un frammento di mondo in cui oltre 500 specie vegetali – alcune endemiche dell’Appennino Centrale, altre esclusive della Maiella – crescono accanto a centinaia di erbe spontanee, testimoni di una biodiversità delicata e preziosa. Poco più in là, il Villaggio del Neolitico. Una capanna di paglia, argilla e travi di legno si erge come una finestra aperta su un tempo remoto. A legare tutto, il Percorso Botanico: un sentiero che serpeggia tra il Centro di Visita e l’Area faunistica del Camoscio, immerso in un silenzio carico di significato, dove ogni passo riporta all’essenza della montagna.

Il punto informativo di Fara San Martino è la porta d’accesso al Vallone di Fara San Martino, un canyon lungo 14 chilometri, tra i più spettacolari d’Italia. Qui, nascosta tra le suggestive Gole, l’Abbazia di San Martino in Valle. Un luogo che è insieme rovina e resistenza, un tempo sepolto sotto la roccia e oggi visitabile, grazie alle chiavi che custodiamo. Sempre a Fara San Martino, lungo il corso del Fiume Verde, gestiamo la Gualchiera Orsatti, antico opificio dell’Ottocento. Le macchine sembrano ancora conservare l’eco di un lavoro minuzioso, di mani che tessevano il tempo nei panni lana, testimoni silenziosi di una tradizione che appartiene alla storia del luogo.

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